Ink Paper Studio, sito amatoriale di satira politica e giornalismo disegnato

Mobile News, ore le notizie Ink paper sul tuo cellulare gratis

30 anni della Ink Paper Studio

Pagina 30 anni

Mobile News, ore le notizie Ink paper sul tuo cellulare gratis

Crisi Libica, risposta militare e la NATO interviene.

Presidenti Obama, Sarkosy, Brown

Il popolo Libico in preda alla povertà, disoccupazione e all’oppressione del suo leader, ha preso le armi per combattere la dittatura e cacciare il dittatore Gheddafi. La lega araba ha chiesto un intervento e l’opposizione libico ha chiesto aiuto. Il popolo soffre e Gheddafi lo attacca prima perseguitandolo e usando anche i mezzi d’informazione e poi con le armi.

Ai sensi della risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza, la Francia interviene subito militarmente con i suoi aerei dalle basi Italiane, distruggendo la colonna bellica di Gheddafi che minacciava la città di Bengasi, una roccaforte per l’opposizione libica evitando cosė un bagno di sangue tra la popolazione. Critiche per l’affrettato intervento dei Francesi, ma riconosciuto necessario.

Per conto delle Nazioni Unite oggi è la NATO ad esserne la regia militare per intervenire alla crisi libica. La Francia , il Regno Unito e Stati Uniti attuano interventi per la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dove il popolo libico può decidere il proprio futuro. L’opposizione libica combatte a terra contro l’esercito fedele di Gheddafi e gli aerei NATO bombardano le sue postazioni militari per difendere la popolazione. Il ruolo Italiano è solo marginale, mettere con i suoi aerei fuori uso i radar accesi del dittatore.

La considerazione marginale dell’Italia è dovuto alla sua politica estera e interna ambigua e dove non molto tempo fa il Premier Berlusconi ha accolto a Roma Gheddafi con grandi onori e ospitalità.

I profughi fuggono dalla Libia verso i confini Egiziani e i confini Tunisini o ancora con barconi verso l’Italia e precisamente l’isola di Lampedusa, dove un centro di accoglienza li avrebbe dovuto assorbire. Nel grande esito dei profughi che si spingono verso le frontiere Tunisine, ci sono anche molti Egiziani che erano in Libia e che fuggono perché accusati dal figlio di Gheddafi quali responsabili della rivolta Libica per via della loro precedente rivoluzione in Egitto. I tanti Egiziani quindi fuggono da una morte certa dalla Libia rifugiandosi al confine Tunisino e ospitati dai Tunisini stessi.

In massa anche i Tunisini, per fuggire alla povertà e disoccupazione, nella confusione approfittano per raggiungere l’isola di Lampedusa con barconi per sperare in una vita migliore. In Italia l’affollamento dei profughi a Lampedusa costringono il Governo Italiano, organizzatosi male , a distribuirli su tutto il territorio nazionale, ma con tante critiche della stessa politica Italiana e con il dissenso della popolazione.

I profughi e migranti comunque, non vogliono rimanere in Italia , ma raggiungere amici e parenti in Francia e Germania con ogni mezzo. In massa si ritrovano al confine Francese di Ventimiglia.



Qui per motivi di ordine pubblico Parigi blocca la circolazione dei treni e Menton diventa un muro per gli immigranti Tunisini in gran parte, rispettando la normativa di Schengen.
L’Italia contesta tale comportamento dei Francesi, ma in realtà in una relazione inviata a Bruxelles, le autorità Francesi hanno spiegato di aver sospeso la circolazione dei treni a causa di una manifestazione non autorizzata a sostegno di migrati Tunisini e disperdere cosė i manifestanti nella città di Ventimiglia che avrebbe voluto accompagnare gli immigranti fino a Marsiglia, dove erano attesi da un gruppo di attivisti antirazzisti Francesi.

L’Italia comunque ha accordato un permesso di soggiorno temporaneo ai migranti Tunisini, ma in realtà tale provvedimento, pur legalmente consentito nel trattato, è valido solo per il paese che li accoglie. Dal punto di vista umanitario il governo Italiano ne esce male per aver drammatizzato la situazione di Lampedusa, anche perché il governo ha affrontato la crisi e il caso profughi-immigrati in un modo impreparato e male organizzato e poi ha cercato di scaricare sulla Francia il flusso di Tunisini non in forma diplomatica, ma con furbizia e questo ha irrigidito i Francesi che hanno fatto appello alle regole con il consenso degli altri paesi.

Bisogna precisare che nel 2010 le domande di asilo accolte in tutta l’Unione Europea sono state 260.000 e in gran parte accolti dalla Francia e Germania, l’Italia ne ha accolti solo circa 3.200.

Ne escono male comunque anche i Francesi che, nel sostenere la rivoluzione araba, hanno approvato un costoso intervento militare in Libia, ma si rifiutano di accogliere i profughi, dove però a giusta ragione molti sono Tunisini e non profughi, ma che comunque hanno amici e parenti residenti in Francia che possono accoglierli. I Francesi comunque sostengono di avere il diritto di verificare l’esistenza di risorse finanziarie dei migrati Tunisini prima di farli entrare sul proprio territorio.

Ne esce male l’EU che pur competente in fatto di immigrazione con il trattato di Lisbona, non è riuscita a parlare con una sola voce. Ne esce peggio il ministro Italiano Maroni che minaccia di voler uscire dall’Unione senza rendersi conto che è una dichiarazione irresponsabile perché immotivata giuridicamente e inattuabile politicamente, esponendo cosė il paese Italia ad un rischio di speculazione dei mercati come quelli che hanno colpito l’Irlanda e il Portogallo.

Gli Alleati NATO con nei partner della coalizione, Francia, Regno Unito e Stati Uniti alla conferenza di Parigi si sono trovati concordi nel costruire una vasta coalizione per rispondere alla crisi Libica e fermi nel portare avanti militarmente gli interventi per proteggere i civili Libici. In un articolo unitario pubblicato nel Figaro, il Times, lnternational Herald Tribune e Al Hayat, il presidente Americano, il premier Britannico e il capo di Stato Francese, dichiarano con fermezza la necessità di continuare le operazioni militari affinché il leader libico Muammar Gheddafi se ne vada e permetta al popolo che scelga liberamente in una transizione.

E’ impossibile che chi ha voluto perseguitare il proprio popolo abbia ancora un ruolo nel futuro governo Libico.

I Fotoreporter caduti in Libia

Tim Hetherington Chris Hondros

Tra i civili caduti negli scontri militari in Libia, cadono i due fotoreporter il Britannico Tim Hetherington e l'Americano Chris Hondros.

Ink Paper Studio ProduzioneWeb by SQZD