New York - E' stato reso pubblico il rapporto stilato dalla Commissione d'inchiesta delle UN sull'uso di armi chimiche il 21 agosto a Ghonta nella periferia est di Damasco. Il capo del team di esperti Ake Sellstrom e il Segretario Generale Ben-Ki-Moon hanno mostrato, dopo una riunione del Consiglio a porte chiuse, uno stralcio del rapporto dove fornisce prove certe che in Syria sono stati utilizzati armi chimiche in missili terra-terra di gas sarin in ampio raggio.

Nessuna prova che accerti le responsabilità di un colpevole, ma verificate le traiettorie dei missili, le circostanze inchiodano il regime di Bashar Al Assad nell'aver scaricato sui civili e bambini dei sobborghi est di Damasco 350 litri di sarin, in quel momento controllati dai ribelli. Nelle prossime ore si discuterà il contenuto del documento di fronte ai membri di sicurezza. La Russia con il Ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha accettato di far riferimento al Cap.7 della carta dell'ONU se la diplomazia fallisse. Il Cap.7, con gli artt. 39-40-41-42 prevede un ventaglio dalle sanzioni economiche all'intervento militare (a secondo della gravità nei confronti di chi viola i patti e il tutto deve essere discusso all'interno del Consiglio di Sicurezza ONU. La Russia al momento escude un'intervento militare perchè non ci sono prove evidenti della colpevolezza di Assad, ma valuteranno attentamente il rapporto e come prevede l'accordo USA-Russia nell'incontro di Putin, prestatosi da intermediario nella crisi Syriana, a Ginevra di qualche giorno fa, dove il Presidente Obama è stato soddisfatto, Assad deve consegnare tutto l'arsenale chimico e bandirli con l'elenco dei siti dove si producono entro 7 giorni a partire dal 21 settembre e in novembre gli Ispettori dell'ONU in Syria dovranno verificarne i risultati, con la loro distruzione entro la metà del 2014. La Cina esaminerà attentamente il rapporto. L'USA con il Segretario di Stato John Kerry , la Francia e la Gran Bretagna sono per un accertamento nella decisione dell'ONU con art.42 in un intervento militare. Il Pentagono intanto conferma lo stato di allerta.

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